mercoledì 16 settembre 2015

Svegliamoci.


Pioviggina.

Quando giocavo da bambino, la pioggia era la mia condizione atmosferica ideale: scivolate, calci e pugni. Il terreno pesante mitigava le differenze tecniche e chi aveva tanto "cuore" e pochi piedi andava più forte.

Però non gioco più e purtroppo (almeno esteriormente) non sono più bambino.



Quindi, stavolta, prendo posto in tribuna a vedere i miei campioni. Bambini con 10 anni, giocano in sette per parte, cambi volanti, porte da quattro metri e mezzo per 1,80. Un campo a misura di bambino via, lungo 60 e largo 40 metri.

Quante cose sono cambiate deh.

Saluti, fair play. Niente arbitro, solo un addetto al campo che fischia quando si fa goal e interviene se cercano di ammazzarsi. Bello.

Tecnicamente sono dei marziani, rispetto a 30 anni fa. Testa alta, dribbling, passaggi fatti bene palla a terra, costruzione del gioco da basso, tanti giocano ugualmente con entrambi i piedi. Tanti di questi con 10 anni giocano insieme da 5, praticamente da tutta la vita, e si vede.

Bravi bravi.

Non tutti quelli seduti intorno a me la pensano allo stesso modo però. Ogni tanto sento un "Butta suuuu!", "Dai che la perde!" "Arbitro quello è fallo!!! Hai dimenticato il fischietto???!!!" "Fai la diagonale!"

La diagonale. Pietà.

Goal! Ha segnato un bimbo alto e bello, della squadra avversaria. Gran goal di potenza dopo una accelerazione sulla sinistra. Applaudo.

Il bimbo corre sotto "la curva", mimando il fastidioso Zitti Tutti, reso famoso dalla saga di videogiochi di EA Sports. Applausi dei genitori, urla indistinte.

Mi alzo e scendo dalla tribuna, vado vicino alla rete. Si vede peggio ma almeno mi evito ste sceneggiate.

Quante cose non sono cambiate deh.

Non cambia niente se non cambia la testa della gente. Si continua imperterriti ad apporre cartelli con scritto "i bambini hanno diritto di giocare, fate la vostra parte di genitori e supportateli", poi non cambia niente.

Continuiamo a vederli come versioni in miniatura dei calciatori/attori televisivi. Li vediamo già con una famosa casacca col nome scritto sulle spalle. Coi milioni di euro. Che si fanno i selfie su automobili placcate oro.

Svegliamoci. Siamo fuori luogo.

Ciao.

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