Sono riduzionista. Non è una parolaccia eh (cit. Beppe Malix).
In pratica, credo fermamente che il gioco del calcio sia di una semplicità disarmante, e che non necessiti di complicatissimi schemi mentali, preparazioni mirabolanti, strumenti all'avanguardia per il monitoraggio degli atleti.
Rifuggo come la peste i gps, la match analysis, le statistiche.
Si lo so, sono vecchio dentro.
Il calcio si basa essenzialmente su pochi semplici principi quindi:
1- esistono solo 2 ruoli, chi ha la palla e chi non ce l'ha.
2- se ho la palla devo avere 4 alternative. Dribblo, la passo avanti, la passo indietro, la passo di fianco
3- se non ho la palla ma ce l'ha un mio compagno, devo mettermi in modo tale che me la possa passare, se vuole
4- se non ho la palla e ce l'ha un mio avversario, la devo riprendere.
Facile.
Purtroppo in questo gioco c'è un attrezzo solo, e se ce l'ho io posso giocare. Se ce l'hanno gli altri li guardo giocare, il che non va bene.
Poi possiamo complicare queste verità incontrovertibili con movimenti di reparto, catene laterali, addirittura teoria dei frattali applicata al gioco. Possiamo applicare gps ed estrapolare dati di movimento dei giocatori, correggere posizioni, immaginare situazioni. Vedere filmati, analizzare partite e momenti topici.
Ma alla fine tutto si riduce a un rettangolo in erba o terra o asfalto o quello che volete, una palla, dei giocatori.
Possibilmente col sorriso.
Ciao
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