giovedì 1 ottobre 2015
CACCIA A OTTOBRE ROSSO
E poi finisce anche settembre. Niente sottomarini nucleari russi però, peccato.
Nella mente di ogni istruttore la fine di settembre segna il confine di passaggio tra l'inizio della nuova stagione e l'ineluttabilità degli eventi.
I gruppi sono formati, ci sono stati una decina di allenamenti e qualche incontro amichevole. Nella più rosea delle ipotesi anche qualche torneo.
Si tirano le somme del primo mese di lavoro, si analizzano gli obiettivi del macrociclo e del mesociclo, si apportano le correzioni del caso per l'inizio di quello successivo. Alcuni si prendono anche la briga di scriverne un articolo tipo questo.
Ottobre è il mese delle schede di valutazione iniziali. Io le devo ancora fare, ma oggi è il primo, ho tempo.
Ottobre è il mese degli inizi dei campionati inutili della federazione, che per chi fa scuola calcio risultano sovente una perdita di tempo.
Ottobre è il mese dei primi freddi (almeno qui al profondo nord), delle maglie termiche e dei kway.
Ottobre è il mese della scuola coi suoi compiti in classe e pure a casa.
In ottobre quindi si comincia a fare sul serio. Basta allenamenti di prova, basta divise multicolori a caso. Una parvenza di serietà, che diamine.
In qualità di responsabile tecnico, ottobre è il mese della prima raccolta dei dati e della prima riunione tecnica. Si raccolgono le sedute di allenamento e le schede partita di ogni categoria, si ascoltano gli istruttori, si estrapolano dati e conclusioni, si danno consigli e si ricevono inevitabilmente critiche.
In pratica, ad ottobre la macchina della scuola calcio comincia ad andare a pieno regime.
E' come un enorme volano. E' difficile metterlo in movimento ma, una volta partito, va avanti da solo.
Fatto questo noioso quanto doveroso preambolo, la domanda è sempre la stessa.
PERCHE'?
Perchè passi la notte a studiare o trascuri la famiglia? Perchè fai mille voli pindarici su questo o quel sistema? Discussioni, preparazione.
Una seduta di allenamento porta via fra tutto circa 4 ore. Studio, programmazione, preparazione, esecuzione.
Perchè lo fai?
Perchè sono felice. Perchè la felicità non è una condizione permanente. Se la esprimi come funzione matematica, la felicità è una sinusoide che va da un positivo a un negativo, a seconda degli eventi che ti si presentano.
Se passare tempo coi bambini sul rettangolo verde fa parte dei picchi positivi, moltiplicandoli nel tempo la nostra sinusoide tenderà a sembrare una linea retta. Almeno vista da lontano.
Pensateci gente. Se fate gli istruttori pensate a questo fatto. Se fate i genitori pensateci lo stesso.
Se invece fate i bambini non pensateci. La felicità nei bambini è una linea retta, sta a noi farla continuare.
ciao
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